L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente.
Bertrand Russel
Ho sempre reputato l'invidia un sentimento fondamentalmente inutile. Anche io provo, ovviamente, invidia per qualcuno o qualcosa ma cerco di ovviare a questo sentimento, tentando di impegnarmi e di sfruttare questa cosa per migliorare perchè, come diceva Kiev "Non è la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare il vostro insuccesso, bensì l'incapacità di valorizzare a dovere le qualità che possedete".
A che cosa serve criticare, prendere in giro qualcuno, sperando che si senta male per quello che dite, quando in realtà lo si fa per mera invidia?
Vengo spesso criticata per ciò che faccio, perchè ho avuto l'opportunità di diventare una giornalista ma anche perchè ho avuto l'occasione di sviluppare molteplici interessi per diverse cose.
Una volta, un mio amico mi disse che provare a fare qualcosa è ben diverso dal saperlo effettivamente fare.
Ed io esattamente provo a fare qualcosa, certo, non sarò bravissima, ho ancora molto da imparare ma, almeno ci provo.
Scrivo di musica, chiaramente un Paolo Isotta sarà mille volte più capace di me ma almeno ci provo e lo faccio con passione.
Scrivo tantissimo, scrivo ovunque e comunque, da quando ho imparato a farlo, così come amo disegnare ed amo fare fotografie, così come amo suonare ma amo anche la moda.
Ma non accetto che mi si definisca Pico della Mirandola, intanto perchè non merito questo paragone (magari...), secondariamente, perchè io non vado in giro a sbandierare ai quattro venti quello che faccio, mi limito a farlo, molto semplicemente.
Un altro mio amico dice che è normale, in certi casi, essere invidiati, se non altro per il senso di concretezza e di aspirazione che ci spinge a fare ciò che vogliamo.
Forse ha ragione.
Ma io non mi sono mai sentita la classica persona che fa invidia.
Voglio dire, senza falsa modestia ma io sono perfettamente nella media.
Ho semplicemente la fortuna di poter fare quello che amo, di aver capito che cosa so fare.
E forse il mio amico ha ragione, quando mi ripete di trarre dall'invidia di altri la mia forza.
Vengo criticata per quello che scrivo.
Ma quello che scrivo fa di fatto parlare.
E non è questo uno degli intenti di un buon giornalista?
Far nascere un dialogo su quello che scrive? Attirare l'attenzione tramite la sua penna?
Se è così, è la riprova che questo lavoro è quello che fa per me.
Bertrand Russel
Ho sempre reputato l'invidia un sentimento fondamentalmente inutile. Anche io provo, ovviamente, invidia per qualcuno o qualcosa ma cerco di ovviare a questo sentimento, tentando di impegnarmi e di sfruttare questa cosa per migliorare perchè, come diceva Kiev "Non è la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare il vostro insuccesso, bensì l'incapacità di valorizzare a dovere le qualità che possedete".
A che cosa serve criticare, prendere in giro qualcuno, sperando che si senta male per quello che dite, quando in realtà lo si fa per mera invidia?
Vengo spesso criticata per ciò che faccio, perchè ho avuto l'opportunità di diventare una giornalista ma anche perchè ho avuto l'occasione di sviluppare molteplici interessi per diverse cose.
Una volta, un mio amico mi disse che provare a fare qualcosa è ben diverso dal saperlo effettivamente fare.
Ed io esattamente provo a fare qualcosa, certo, non sarò bravissima, ho ancora molto da imparare ma, almeno ci provo.
Scrivo di musica, chiaramente un Paolo Isotta sarà mille volte più capace di me ma almeno ci provo e lo faccio con passione.
Scrivo tantissimo, scrivo ovunque e comunque, da quando ho imparato a farlo, così come amo disegnare ed amo fare fotografie, così come amo suonare ma amo anche la moda.
Ma non accetto che mi si definisca Pico della Mirandola, intanto perchè non merito questo paragone (magari...), secondariamente, perchè io non vado in giro a sbandierare ai quattro venti quello che faccio, mi limito a farlo, molto semplicemente.
Un altro mio amico dice che è normale, in certi casi, essere invidiati, se non altro per il senso di concretezza e di aspirazione che ci spinge a fare ciò che vogliamo.
Forse ha ragione.
Ma io non mi sono mai sentita la classica persona che fa invidia.
Voglio dire, senza falsa modestia ma io sono perfettamente nella media.
Ho semplicemente la fortuna di poter fare quello che amo, di aver capito che cosa so fare.
E forse il mio amico ha ragione, quando mi ripete di trarre dall'invidia di altri la mia forza.
Vengo criticata per quello che scrivo.
Ma quello che scrivo fa di fatto parlare.
E non è questo uno degli intenti di un buon giornalista?
Far nascere un dialogo su quello che scrive? Attirare l'attenzione tramite la sua penna?
Se è così, è la riprova che questo lavoro è quello che fa per me.
L'invidia è il cruccio degli stolti
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